OK, diciamo che ne ho realizzati pochi. Ma ho le mie buone ragioni. Infatti ho cambiato obiettivi e mi sono dovuto adattare a nuove condizioni che hanno reso i miei precedenti proposti obsoleti. Insomma, mi sono dimostrato flessibile e capace di adeguarsi.
Però in fondo non mi sento del tutto realizzato. Anzi. Mi sembra di aver corso un po' in circolo, soprattutto per la parte finale del 2008, senza arrivare da nessuna parte. Ero partito bene però. Avevo un piano. Avevo un obiettivo. Avevo delle deadline.
Poi questa maledetta crisi finanziaria ha mandato tutto a puttane (n.d.r. per il 2009 mi propongo di usare meno parolacce nel blog). Addio cambio di lavoro, addio possibilità di integrare passione e professione, addio nuove prospettive che integrano il sociale nell'ottica di bottom line (= profitto, o l'ultima linea del conto economico).
Adesso non rimane che aspettare un po' che la bufera passi e si aprano nuove opportunità. In fondo, ci hanno sempre insegnato che dietro ogni crisi si nascondono mille opportunità. Chi non ha visto da qualche parte l'ideogramma cinese per crisi, che si compone di due elementi: rischio e opportunità.
Nel frattempo rimangono le mille altre occasioni che giustificano un sano: cazzo è già Natale: i regali, i pranzi coi parenti, le cene aziendali, i chioschi delle onlus, la gente coi pacchi, il buonismo nauseante, il capodanno, i fuochi d'artificio e i relativi feriti al sud, gli alberi con le palle, le lucine tristi e mezze spente, la neve sporca in città, e soprattutto le onnipresenti canzoncine natalizie.
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