Conflittualità

Che sia il testosterone? Potrebbe essere, visto che la maggior parte delle volte sono gli uomini a creare i conflitti. Curioso comunque che sia un ormone legato all'impotenza...
E
Condoleezza Rice (il padre con il suo nome intendeva “con dolcezza”…una donna ricchissima di qualità, ma temo comunque che il papà si sia confuso su quest’ultima), il segretario di stato americano dell’era “W Bush” allora? Non si spiegherebbe questa associazione della conflittualità con una donna.
Fugando illazioni circa la sua
omosessualità, che ci sentiremmo comunque di rispettare, direi che non può essere solo questo ormone cosi ‘incazzoso’.
Deve essere qualcosa nella testa degli uomini, qualcosa di ancestrale che si sarebbe dovuto perdere, almeno per gran parte, quando in tempi antichi abbiamo perso la
coda.
Invece vive e prolifera tra gli uomini. Maschi in particolare, si diceva.
Alcuni la imputano come conseguenza di una forte passionalità, come dire che se vivi con tutto il cuore, prima o poi capiterà di entrare in conflitto con qualcuno. Il prezzo da pagare insomma.
Io non mi trovo molto d’accordo.



Penso che dove ci sia infelicità, povertà, ignoranza, arroganza, sete di potere (e non necessariamente tutte contemporaneamente), ci sia conflittualità.
Un uomo tradito. Ecco l’infelicità e quindi la violenza.
Un popolo che ha fame, quindi povertà, ed ecco la guerra.
Un paese ricco di petrolio, quindi la sete di potere, ed ecco la ‘democrazia’ imposta con la forza.
In alcuni paesi o semplicemente in alcune zone, diventa la compagna di giochi dei bambini.
Quando diventano adulti…si trasforma in cronaca sui giornali.
Veramente non si può fare niente di diverso con il cuore?






“L’adrenalina non mi è ancora scesa: mezz’ora fa, all’uscita del Tombon in via San Marco, ho urtato un ragazzo vicino alla porta, facendogli versare addosso il contenuto del bicchiere che teneva in mano. Io ero troppo ubriaco per accorgermi che aveva iniziato a urlarmi contro, ma Claudio che era subito dietro a me, no.
Al solito è stato tutto troppo veloce per ricordare i dettagli, ma nella testa mi risuona ancora l’eco di frammenti di suoni e immagini: l’urlo acuto di una ragazza, Claudio che si muove come una furia, un tizio steso tra due macchine, un portacenere che sbatto contro la faccia di qualcuno, un altro tizio per terra di fronte all’ingresso che si tiene la pancia, gli sguardi impauriti di un gruppo immobile sulla sinistra e la luce intermittente degli stop delle auto mentre corriamo via.
Sorrido come in preda a una paresi e gesticolo per salutare tutti quelli che incontro. Ho bisogno di bere…”

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