Sono venuti tutti per assistere all'esecuzione. Nessuno conosce il condannato. Sono qui per il boia, il figlio della locandiera. Un ragazzo tanto a modo, sempre gentile e servizievole. Ha studiato tanto per diventare un impiegato nella banca e ce l'aveva quasi fatta. Poi c'è stato quel problema con l'acqua, si dai, quei liquidi che scomparivano e nemmeno l'idraulico ha potuto farci niente. E così, di punto in bianco, si è trovato senza un lavoro.
Ma era un ragazzo tanto a modo e volenteroso. Qualcuno doveva fare qualcosa per lui. Ci ha pensato la comunità, tutta assieme. Erano stanchi di andare in città per risolvere i loro problemi giudiziari e hanno deciso di farlo giudice. Ma anche ispettore, avvocato, pubblico ministero e cancelliere, visto che mancavano tutte queste figure. E per completare l'opera l'hanno fatto anche boia.
Adesso è là, sopra le assi piallate di fresco della nuova pedana. Ha passato tutta la notte a provare la botola, per assicurarsi che non facesse cilecca. Ha fatto e disfatto il cappio chissà quante volte, finché non ha raggiunto la perfezione della forma e della proporzione.

Il sole buca le nubi. E' giunto il momento tanto atteso: la prima esecuzione del paesino. Lui stesso scende la scala e si avvicina alla porta di una bottega ormai dismessa, trasformata da poco in prigione. Prende il condannato sotto braccio, gentilmente, come due vecchi amici sul lungomare e lo consola bisbigliandogli qualcosa nell'orecchio coperto da un cappuccio grigio. Nessuno sa chi sia quell'uomo misterioso. La cattura, il processo, la prigionia sono state taciute, per non offendere gli animi più sensibili.
Il condannato aveva un ultimo desiderio, morire con i raggi del sole sulla faccia. Finalmente oggi lo potrà esaudire.
Il boia guarda la folla, quasi timidamente, e allunga una mano verso il cappuccio. Sotto il tessuto ruvido appare la faccia del direttore di banca. Quando la leva si sposta e la botola cade la gente comincia a capire dov'erano spariti tutti quei liquidi scomparsi e li osserva gocciolare piano dalla punta delle scarpe del giustiziato.

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