Il Battesimo del Mare (Parte Seconda)

Sei pronto”, mi chiede Mohammed sorridendo.
“Eh guarda, prontissimo”, rispondo io valutando il peso che sento addosso. Una bombola da venti chili, la cintura coi pesi, maschera, pinne, boccaglio, vari cavi degli erogatori.
La barca rolla dolcemente sul parco marino di Ras Mohammed, acqua trasparente, cristallina, mi basta abbassare lo sguardo per vedere migliaia di pesci.



“Sono pronto come se dovessimo andare sulla Luna”, gli dico con un filo di voce strozzata dalla paura.
“Allora guarda, è semplicissimo” e mentre dice questo si lascia scivolare con naturalezza nelle acque calde del Mar Rosso.
“Si, come bere un bicchier d’acqua, anzi diciamo come bersi tutto il Mar Rosso, hai presente Mosè che apre le acque? Ecco, quello sono io oggi, dopo che avrò ingurgitato un milione di litri e dovrete farmi la respirazione bocca a bocca per rianimarmi.
Mohammed esplode in una risata fragorosa, il viso si apre in un sorriso che abbraccia il mondo, tutti gli esseri viventi, tutte le anime. Ne traggo forza.
“Ora gonfia il GAV
"Il chi?"
"Dai che te lo ricordi, te l'ho spiegato un minuto fa"
"Si si, stavo solo barando", rispondo io ridendo.



Eseguo il comando, sento che il giubbotto si gonfia completamente, poi un clack.
“Ok, ora lasciati scivolare in acqua, tenendo una mano sulla scaletta.

Ma vaffanculo, chi me l'ha fatto fare mi chiedo io.

Eseguo di nuovo l’ordine, sono dentro. Il cuore batte, forte, troppo forte. Mi assale un senso di ansia.
“Fai qualche respiro, con calma”

Guardo in alto lasciandomi cullare dalle onde, il mio respiro rallenta, il cuore smette di battere come impazzito, mi rilasso e ho quasi caldo. Il sole picchia, è mezzogiorno, ci saranno 40 gradi. Guardo il sole, lo fisso fino a quasi ferirmi gli occhi.
“Ok, ora infila in bocca l’erogatore, poi metti la testa sott’acqua e fai esattamente quello che hai fatto ora”.
“Cioè cosa ho fatto ora?”, gli chiedo io vagamente perplesso.
“Hai respirato. Si respira sempre nella vita, anche prima ancora di nascere. Respiro e battito del cuore ci sono sempre, sin dal primo momento in cui sei stato concepito”, risponde Mohammed guardandomi con occhi affettuosi.

Non ci avevo mai pensato prima, ed è vero. Senza battito, senza respiro, niente e nessuno può vivere. Sono cose che diamo per scontate. Troppo scontate. Ci soffermiamo su aspetti decisamente inutili, trascurando l’essenziale.
Provo.

Infilo l’erogatore in bocca, gocce di acqua salmastra mi penetrano in gola, lo tolgo e sputo annaspando.

“Calmo Andrea, calmo. Vedi, qui a sinistra c’è la barriera corallina, è a venti metri ed è la terra. A destra c’è il blu.
“Il blu?”, gli chiedo io
“Si, il blu. Noi divers lo chiamiamo così”
“E cosa sarebbe?”
“Oh niente, una bazzecola. Solo 800 metri di fondale”.
“Scusa?”, chiedo io con il panico che mi strozza il petto.
“Si, qui ci sono 800 metri tra noi e il fondo. Ma tranquillo, non andremo giù fino in fondo”, e ridendo ancora di gusto mi fa il segno dell’ok.
TO BE CONTINUED

1 commento:

Anonimo ha detto...

ben tornato Andrea.
Aspetto con ansia il proseguimento del racconto